Nel solco della tradizione: il Sant’Uffizio custode della fede e dei costumi durante il Pontificato di Pio XII
Abstract This contribution hopes to be a sort of mental voyage through the doctrinal, and other, works of the Holy Office. This short journey will attempt to describe the activity of the Dicastery, by examining the juridical instruments that dictated its rules and the rhythm of its daily life. It seeks to recount the activities and diverse matters examined by the Holy Office, with particular attention to the pontificate of Pius XII, by examining the various series present in the Archive of the Holy Office – in particular, Censura librorum, Rerum variarum, Dubia varia and Devotiones variae.
Keywords Holy Office. Pius XII. Doctrine. Morals. Faith.
1 Premessa
Il presente contributo, senza alcuna pretesa di essere esaustivo, vuole offrire una sorta di viaggio ideale all’interno dei fondi che sono conservati nell’Archivio Storico del Dicastero per la Dottrina della Fede e che raccontano l’attività quotidiana del Sant’Uffizio con una particolare attenzione al pontificato di Pio XII.
2 Le competenze del Sant’Uffizio
Il Sant’Uffizio operò per tutto il pontificato di Pio XII, come per il periodo precedente, nel solco della Costituzione apostolica Sapienti consilio, riforma della curia romana promulgata da Pio X il 29 giugno 1908 e che restò in vigore fino al 1967, quando Paolo VI promulgò la Regimini Ecclesiae Universae con la quale si cominciava a dare corpo alle indicazioni emerse dal Concilio Vaticano II.
Qualche mese dopo la promulgazione della Sapienti consilio e del suo regolamento attuativo, la Ordo servandus in SS. Congregationibus, Papa Sarto, «nell’intento di rendere più spedito il funzionamento della Suprema Sacra Congregazione del Sant’Uffizio»,1 stabilì una Visita Apostolica presso il dicastero al termine della quale venne compilato «un apposito regolamento, che concerna sia l’amministrazione temporale, sia le norme di procedura della medesima Sacra Congregazione».2
1 Rafael Merry del Val a Serafino Vannutelli, 10.11.1908, Archivio del Dicastero per la Dottrina della Fede (ADDF), Sanctum Officium (S.O.), Stanza Storica, LL 5 bis, f. n.n. Cf. Castelli, «La Lex et Ordo».
2 Castelli, «La Lex et Ordo».
La Visita Apostolica portò così alla definizione della Lex et Ordo Supremae Sacrae Congregationis S. Officii approvata da Pio X il 7 settembre 1911.3 Ciò su cui in questa sede ci si soffermerà sono i primi punti circa l’ambito di competenza del Dicastero.
3 Cf. Castelli, «La Lex et Ordo», che pubblica molti dei documenti presenti in ADDF, S.O., Stanza Storica, LL 5 bis, compreso il testo della Lex et Ordo.
1.S. Congregatio S. Officii fidem et mores universo in orbe tutatur.
2.Ad eam proinde spectant quaestiones omnes, quae fidem attingant vel cum fide connectantur, vel etiam referantur ad doctrinam dogmaticam de Sacramentis, aut denique ad honestatem morus pertineant.
3.Eidem similiter soli competit iudicium de schismate, de haeresi, de apostasia, aliisque delictis contra fidem; item de criminibus quae suspicionem de haeresis inducunt et de crimine pessimo.4
4 Per la prima volta compare un riferimento diretto al crimen de pessimo (cioè l’odierno delictum contra sextum cum minoribus), ma già la Feria V del 24 gennaio del 1557, parla di «cum amplissima facultate etiam in causis sodomiae et blasphemiae».
4.Eiusdem pariter est cognoscere quae circa Privilegium, ut aiunt, Paulinum, et circa impedimenta disparitatis cultus et mixtae religionis versantur.
5.Ad ipsam pertinent illae causae Ecclesiae Orientalis, quae ab antiquo ad S. Officium deferebantur.5
5 ADDF, S.O., Stanza Storica, LL 5 bis, f. n.n., ora riprodotto integralmente nell’originale latino in Castelli, «La Lex et Ordo», 130.
Il Sant’Uffizio conservava ancora la competenza sulle indulgenze che di lì a poco sarebbe passata alla Penitenzieria.
La materia, prevalentemente dottrinale, di cui il Sant’Uffizio si occupava, anche nel corso degli anni del pontificato di Pio XII, è dunque ampia, ma rintracciabile abbastanza agevolmente nelle grandi categorie definite dalle serie: Censurae librorum, Dubia varia, Rerum variarum, ma anche Dubia de Baptismate, Dubia de Ordinatione, Dubia Matrimonialia.
3 La genesi delle serie archivistiche del Sant’Uffizio
Per tentare di ricostruire la genesi delle serie archivistiche, occorre tornare indietro di qualche secolo e arrivare alla prima metà del Settecento in occasione di un’altra Visita Apostolica – siamo nel 1735 – che può forse aiutare a ricostruire l’evoluzione dell’organizzazione dell’Archivio del Sant’Uffizio all’interno del quale, a un certo punto, il materiale custodito venne organizzato appunto in serie.
Oltre le cause et i processi che si spediscono giornalmente al S. Offizio, bene spesso succede, che la Congregazione di Propaganda Fide rimette a questa Suprema la decisione di molti dubbj, lo che fanno ancora altri, o missionari o vescovi particolari, e prima della decisione si fa scrivere a i consultori o canonisti, o teologi, secondo la diversità delle materie; occorre tal volta l’esame o di proposizioni particolari o di libri, sopra di che si sentono le relazioni, e qualifiche de relatori e qualificatori del S. Offizio. Quando in vari tempi è occorso di condannare dei vescovi, e quando ancora si trattò di scomunicare Enrico VIII per lo scisma d’Inghilterra, fu sentito il parere di questa S. Congregazione. In una parola l’interessi più gravi, che riguardano la fede e la religione, sogliono da più di cento ottanta anni rimettersi all’esame della S. Congregazione del S. Offizio, nella quale sogliono essere i cardinali più eminenti in dottrina e prudenza. La discussione di tante e sì gravi materie, ha portato un cumulo immenso di voti, di qualifiche, di censure, di relazioni e di decreti e può dirsi che una quantità così grande di preziosi manoscritti sia nel suo genere un tesoro molto stimabile, ma nel poco ordine e poca distinzione in cui si ritrova, riesce di poco uso, e poco meno che sepolto; e la ragione di ciò si è perché da gran tempo la carica di archivista suol darsi a un semplice sostituto di questa cancelleria e conseguentemente affatto incapace di tali materie, onde cosa utilissima a mio credere sarebbe, che si deputasse qualche dotto et erudito teologo, il quale miglior ordine dasse a queste scritture e facesse un esatto Indice e Repertorio delle materie e Decreti in esse contenuti onde ricorrendo, o li stessi casi, o almeno simili, si potesse subito vedere, non solo ciò che è stato risoluto, ma le ragioni e i motivi delle risoluzioni prese, aggiungendosi poi sempre sotto le due classi i dubbj e i casi, che si anderanno risolvendo. Oltre a ciò potrebbe un uomo di abilità e di studio fare una serie delle controversie giurisdizionali avute in varj tempi coll’Inquisizione di Spagna, di Portogallo, di Venezia, di Savoia, di Genova, di Toscana, con i Ministri Regj del Regno di Napoli, e con i gran Maestri di Malta, distendendo di tutte separatamente una relazione, la quale non solo portasse le risoluzioni, ma le difficoltà e risposte date, e altro che potesse dar lume alla materia, senzacche ogni volta si dovessero fare alle occorrenze nuove ricerche con perdita grande di tempo, e con pericolo di lasciare forse buona parte, e forse anco il meglio di ciò, che sarebbe d’uopo il sapere. Un uomo di talento, che per più anni si occupasse in una tale fatica, acquisterebbe grandissime et utilissime cognizioni, e nelle congiunture si renderebbe capace di rendere un ottimo servigio al tribunale.6
6 ADDF, S.O., Stanza Storica, LL. 5c, ff. 172‑3 (sottolineatura originale).
È ragionevole dunque ipotizzare che le serie archivistiche siano nate intorno a quegli anni per una necessità pratica dettata dal bisogno di reperire velocemente le ponenze necessarie al normale svolgimento dell’attività della Congregazione. Esistono anche sigle archivistiche relative alle questioni ‘criminali’ che erano di competenza del padre Commissario7 e ciò lo si apprende dalla Lex et Ordo che ci informa dell’esistenza in Sant’Uffizio, almeno dal 1916 e per molti anni a seguire di due registri di protocollo – che a partire dal 1940 e fino al 1962 saranno addirittura tre, includendone uno proprio della Censura librorum –: di cui uno gestito dalla Cancelleria, che conteneva prevalentemente questioni dottrinali nonché amministrative e ordinarie, e uno, segreto e riservato, gestito dal padre Commissario, contenente negotia secretissima e, presumibilmente, le diverse ‘questioni criminali’.8 Non è improbabile che alcuni dei suddetti negotia secretissima siano poi finiti nelle serie sopracitate dal momento che può accadere, specie per la Rerum variarum, di riscontrare numeri di protocollo non registrati nei registri di protocollo generale.
7 Lex et Ordo Supremae Sacrae Congregationis S. Offici, in ADDF, S.O., Stanza storica, LL 5 bis, Cap. III art. 2 § 3.
8 Lex et Ordo Supremae Sacrae Congregationis S. Offici, in ADDF, S.O., Stanza storica, LL 5 bis, Cap. III art. 9 § 3. Cf. Terraneo, «Il regolamento interno del Sant’Uffizio (1945)».
A partire dai primissimi anni del Novecento, una nuova serie si affiancò alle serie storiche, ovvero la serie Devotiones variae, che trattava e tratta ancora questioni al confine tra materia dottrinale e disciplinare dal momento che si occupa del falso misticismo che, talvolta, è caratterizzato da elementi più afferenti alla sfera disciplinare che dottrinale.
Si esaminerà ora in dettaglio il contenuto delle singole serie archivistiche per quanto concerne gli anni del pontificato di Pio XII.
4 La serie Censura librorum
La Censura librorum, rispetto all’efficacia del cui lavoro il Sant’Uffizio stesso cominciò a interrogarsi a partire dal 1936,9 negli anni che vanno dal 1939 al 1958 si occupò, tra gli altri, degli scritti di autori decisamente significativi per la storia della Chiesa degli anni successivi. È il caso di Yves Congar,10 di Jean Daniélou,11 di Henri de Lubac,12 di Carlo Carretto,13 di Hans Urs von Balthasar,14 di Jean Guitton,15 di David Maria Turoldo,16 di Jacques Maritain,17 di Roger Aubert,18 di Divo Barsotti,19 di Lorenzo Milani,20 solo per citarne alcuni.
9 ADDF, S.O., Censura librorum (C.L.) 34/1936.
10 ADDF, S.O., C.L. 89/1939; Rerum variarum (R.V.) 1951 n. 31 (permesso negato di tenere conferenze all’Istituto Ecumenico).
11 ADDF, S.O., C.L. 381/1946.
12 ADDF, S.O., C.L. 405/1948.
13 ADDF, S.O., C.L. 276/1949.
14 ADDF, S.O., C.L. 280/1949 e 444/1955.
15 ADDF, S.O., C.L. 441/1950.
16 ADDF, S.O., C.L. 69/1953.
17 ADDF, S.O., C.L. 551/1953.
18 ADDF, S.O., C.L. 207/1954 e 157/1952.
19 ADDF, S.O., C.L. 48/1956.
20 ADDF, S.O., C.L. 312/1958 (parzialmente consultabile).
Sono questi anche gli anni in cui si mette mano, insieme alla Congregazione del Concilio, a una revisione del Catechismo di Pio X.21
21 ADDF, S.O., C.L. 120/1942.
Sono poi custodite in questa serie alcune questioni interessanti, come quella del rientro di Romolo Murri nella Chiesa cattolica22 o come quella del libro Pane e vino di Ignazio Silone23 che, benché ritenuto degno di essere inserito nell’Indice dei libri proibiti, venne ‘semplicemente’ recensito negativamente, per evitare accuse di connivenza tra Chiesa e fascismo, data la militanza antifascista dell’autore.
22 ADDF, S.O., C.L. 36/1940.
23 ADDF, S.O., C.L. 127/1944.
La Censura dei libri, poi, affrontava anche alcune situazioni quantomeno curiose come la richiesta da parte delle Edizioni Paoline di poter pubblicare una edizione ‘purgata’ de I miserabili di Victor Hugo24 o, ancor più, come la richiesta delle suore Orsoline di Milano che avrebbero voluto far leggere alle loro alunne dell’ultimo anno di liceo le Operette morali di Giacomo Leopardi.25 L’insolita richiesta giunse in Sant’Uffizio perché trasmessa dal cardinal Schuster che chiedeva «delle direttive per poter rispondere in merito, tanto sembra sconcertante la domanda».26 Interessante è notare che la vicenda non venne liquidata velocemente, ma si fece un’accurata ricerca dei precedenti e una ponderata riflessione sulla risposta da darsi. Essendo la motivazione addotta dalle suore ritenuta non convincente, si rispose all’arcivescovo di Milano «Prout exponitur, NEGATIVE. Però, se le alunne del predetto Istituto, per prepararsi convenientemente a sostenere gli esami di Stato, avessero bisogno di leggere alcune opere proibite, contenute negli elenchi dei programmi scolastici, Vostra Eminenza potrà, se lo crede, concedere sia alle insegnanti che alle alunne tale permesso, valendosi delle facoltà quinquennali».27
24 ADDF, S.O., C.L. 207/1958.
25 ADDF, S.O., C.L. 382/1948.
26 ADDF, S.O., C.L. 382/1948, ff. 1‑2, le suore motivano la richiesta affermando che «più volte è stato rimproverato ai nostri licei di fare leggere alle allieve soltanto opere ortodosse, così che non vengono preparate a scoprire e a discutere i punti deboli o errati dei sistemi avversari…».
27 ADDF, S.O., C.L. 382/1948, f. 43.
5 La serie Rerum variarum
La serie Rerum variarum è decisamente la serie più composita del Sant’Uffizio. A chi scrive non sembra esagerato affermare, in virtù della familiarità con la documentazione in questione, che frequentando tale serie ci si possa imbattere nello studio delle questioni, appunto, più varie. Molte sono le questioni trattate in questa serie anche negli anni del pontificato di Pio XII.
Un primo dato, decisamente interessante, è che nei primi anni del nuovo pontificato numerosissimi sono i casi di abiura, scisma e conseguenti richieste di rientrare alla fede cattolica e di remissione di scomuniche che vengono affrontati in questa serie. Si tratta di un dato interessante perché tale materia, col passare degli anni, sarà chiaramente identificata come materia disciplinare, al pari della profanazione delle sacre specie di cui negli stessi anni si discusse sempre in questa sede.
Entrando nel dettaglio delle singole posizioni e procedendo a qualche esemplificazione, si può osservare come ancora attuali fossero le questioni relative alla conversione degli Ebrei.28 Corposa poi è la documentazione relativa al cosiddetto caso ‘Finaly’, ovvero la vicenda riguardante la restituzione di due bambini ebrei alla Comunità ebraica perché ricevessero un’educazione ebraica.29
28 ADDF, S.O., R.V. 1939 n. 5.
29 ADDF, S.O., R.V. 1946 n. 13.
È possibile imbattersi, come ulteriore esempio, in una richiesta di indicazioni da parte del Santo Padre su cosa rispondere al vescovo di Berlino dinanzi alla possibile conversione di un pastore protestante con moglie e figli.30
30 ADDF, S.O., R.V. 1941 n. 5.
Questioni legate alla guerra in questi anni sono abbastanza presenti; è questo il caso dello studio delle Facultates tempore belli,31 ma anche delle nomine dei cappellani militari32 o ancora delle questioni Circa la «materia» usata dai sacerdoti per comunicare i sacerdoti polacchi che sono in un campo di concentramento in Germania e la non osservanza del digiuno in tali circostanze.33
31 ADDF, S.O., R.V. 1940‑1944.
32 ADDF, S.O., R.V. 1940 n. 28.
33 ADDF, S.O., R.V. 1941 n. 16.
Negli anni Quaranta più volte si torna a prestare attenzione a questioni legate al fascismo. È questo il caso del giornale «Regime fascista» e dei sacerdoti che con tale rivista collaboravano34 o anche dei sacerdoti segnalati perché membri dell’O.V.R.A. (Opera Vigilanza Repressione Antifascismo).35
34 ADDF, S.O., R.V. 1944 n. 8.
35 ADDF, S.O., R.V. 1946 nn. 39‑41.
Come sempre, anche sotto questo pontificato, si vigila sul Comunismo ed è questo il caso del vescovo e del clero di Lubiana36 i quali nel 1943, «in vista del movimento comunista ateo che è sempre più di casa», domandano se sia lecito «cooperare con esso per salvare il salvabile». Qualche anno dopo, nel 1949, sarebbe stato emanato il decreto del Sant’Uffizio sul comunismo,37 dopo il quale non sarebbe stata comunque posta la parola fine all’attenzione rivolta dalla Santa Sede al comunismo. Un esempio tangibile di quanto detto è l’ONARMO Esperimento del “Centro delle relazioni umane” per combattere gli effetti della propaganda marxista e per «‘riimmettere’ il fermento evangelico ‘entro’ le masse lavoratrici; e con questo sanare la prima frattura esistente tra il cristianesimo e il lavoro»,38 oppure la particolare vigilanza dedicata alla
36 ADDF, S.O., R.V. 1943 n. 25.
37 ADDF, S.O., R.V. 1949 n. 19.
38 ADDF, S.O., R.V. 1953 n. 77.
attività filo comunista del sacerdote detto ‘L’Abbé Pierre’: è il sacerdote Henri A. Groues, ex Cappuccino, già Cappellano della Marina, ex Deputato, attivo ‘Partigiano della Pace’. Ha fondato un villaggio per i senza tetto, disoccupati, che ha chiamato ‘Emmaus’.39
39 ADDF, S.O., R.V. 1953 n. 39.
C’è poi tutta la questione dei preti operai in Francia40 così come i dossier relativi a Zeno Saltini, fondatore di Nomadelfia,41 e Danilo Dolci, fondatore del Borgo di Dio a Trappeto.42
40 ADDF, S.O., R.V. 1947 n. 32.
41 ADDF, S.O., R.V. 1945 n. 8.
42 ADDF, S.O., R.V. 1952 n. 35.
Grande spazio ha poi il problema dell’Ecumenismo,43 ma anche il rapporto tra Dottrina Sociale della Chiesa e Capitalismo.44 Attenzione speciale è dedicata poi alle vicende italiane rispetto alle quali si passa dall’esaminare il film di Roberto Rossellini Francesco giullare di Dio45 al seguire, molto da vicino, le vicende politiche italiane. Ci sono a esempio una corposa posizione su Giorgio La Pira, sindaco di Firenze,46 una sull’esame della situazione politica e religiosa in Italia,47 una sulla proposta di legge concernente i figli illegittimi,48 fino alla grande attenzione riservata alle elezioni politiche in Italia del 1958.49
43 ADDF, S.O., R.V. 1948 n. 39.
44 ADDF, S.O., R.V. 1950 n. 68.
45 ADDF, S.O., R.V. 1950 n. 14.
46 ADDF, S.O., R.V. 1953 n. 9.
47 ADDF, S.O., R.V. 1952 n. 53.
48 ADDF, S.O., R.V. 1953 n. 9.
49 ADDF, S.O., R.V. 1958 n. 7.
6 La serie Dubia varia
La serie dei Dubia varia, che insieme alla Censura librorum è la più antica delle serie nate in seno alla Congregazione, contiene tutti i dubbi prevalentemente, ma non soltanto, dottrinali presentati alla Sacra e Universale Inquisizione a partire dal 1570 e fino ai nostri giorni. La serie era precedentemente denominata Dubia Diversa e assunse l’attuale denominazione Dubia varia a partire dal 1830.
Per comprendere l’importanza di questa serie, probabilmente non abbastanza studiata in rapporto alla sua ricchezza, è fondamentale rendere più esplicita la tipologia di documenti contenuti in essa.
I Dubia varia raccolgono infatti tutte le domande e i dubbi che, da tutte le parti del mondo cattolico, attraverso gli Ordinari e i Superiori Generali, giungevano alla Congregazione, e ancora oggi giungono all’odierno Dicastero.
6.1 Tipologie di richieste e dubbi
La pluralità tipologica di richieste che giungono in Sant’Uffizio da ogni parte del mondo costituisce una chiara rappresentazione dello sforzo costante del mondo cattolico di modulare i ritmi di vita ordinari su quelli della Chiesa Universale e dei suoi principi.
Innanzitutto riguardo aspetti molto pratici, ma dai risvolti dottrinali, numerosissimi sono i quesiti, provenienti da ogni parte del mondo cattolico, relativi alla composizione del vino da usarsi per la celebrazione della S. Messa, mentre decisamente più insolito è trovarsi dinanzi a dubbi riguardanti il livello alcalino delle acque usate nel corso delle celebrazioni. Molti sono i dubbi relativi al digiuno o alle dispense dallo stesso, fino a giungere a quesiti circa la legittimità dell’uso della margarina.
Nel campo invece dei contatti con eretici e scomunicati, di notevole consistenza sono gli scambi che vescovi, nunzi e alti rappresentanti ecclesiastici hanno con il Sant’Uffizio in merito ai rapporti da tenersi con le autorità civili, e in particolare alla loro presenza ufficiale, ma anche ufficiosa, a cerimonie civili o a funerali. In questo campo ancor più numerose sono le richieste circa la partecipazione a incoronazioni, funerali o altre cerimonie di sovrani non cattolici. Abbondano poi le richieste circa la liceità di far entrare bandiere in chiesa o di esporle durante cerimonie di vario genere, o ancora di poter coprire con esse le bare durante i riti religiosi. Non infrequenti sono infine le richieste di concedere a membri di associazioni massoniche di poter restare, una volta convertiti, membri passivi di tali associazioni per poterne trarre vantaggi economici.
Non sorprendono nemmeno le frequentissime domande relative al modo di comportarsi anzitutto con gli ebrei, ma anche con gli eretici e gli acattolici, nonché le domande relative all’uso promiscuo delle chiese condivise con i protestanti.50 Più peculiarmente novecenteschi sembrano invece i quesiti relativi a sfere afferenti la bioetica. Vengono infatti poste spesso domande su questioni relative alla possibilità di consentire la sterilizzazione, a esempio asportando utero e/o ovaie a donne che, in caso di gravidanza, rischierebbero la vita; frequenti sono i dubbi su malattie che possono costituire impedimento matrimoniale e dubbi sulla possibilità di amministrare la S. Eucaristia a malati che vengono alimentati per vie artificiali, attraverso le medesime vie, fino a giungere alla richiesta sulla liceità dell’uso della morfina per i moribondi.
50 ADDF, S.O., Dubia varia (D.V.) 1940 n. 10.
Vi sono però anche dubbi sulla circoncisione, sulla cremazione, sulle sedute spiritiche e sulla possibilità di prendervene parte a scopo di studio, sull’uso della radio per trasmettere funzioni religiose, ecc. Si giunge persino, ma siamo in Cina, a presentare dubbi circa la liceità di accettare, mediante contratto, l’oppio come moneta di scambio. Sul finire del pontificato di Pio XI, alle soglie dell’inizio del secondo conflitto mondiale, diversi sono infine i dubbi sollevati dagli ordinari circa l’obbligo di iscrizione ai partiti o la promulgazione di leggi come la «Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie».51
51 Cf. Barbolla, «Il Sant’Uffizio e la legge per la protezione dei caratteri ereditari in Germania».
6.2 Pontificato di Pio XII
Passando più strettamente al pontificato di Pio XII, interessante è esaminare quali questioni preoccupino maggiormente gli Ordinari. Se permangono i dubbi sull’amministrazione della S. Eucaristia a malati che vengono alimentati per vie artificiali, sul vino per la messa, sulla cremazione, sull’uso promiscuo delle chiese, sempre più insistenti si fanno le richieste relative all’uso della lingua volgare nelle celebrazioni liturgiche e nell’amministrazione dei Sacramenti. È questo il caso del Vicario Apostolico della Nuova Guinea Olandese che
domanda se si può ottenere la dispensa dall’obbligo della lingua latina, sostituendola con le lingue del Paese nell’amministrazione di alcuni Sacramenti: Battesimo, Matrimonio, Benedizioni.52
52 ADDF, S.O., D.V. 1941 n. 2.
Dalla Rubricella si apprende che Prendendo occasione da una richiesta…il S.O. esaminò tutta la questione dell’uso delle lingue volgari.
Molti, in questi anni, sono i quesiti in ambito giuridico, relativi alle interpretazioni e applicazioni dei canoni del Codex Juris Canonici. In questo stesso periodo, il Sant’Uffizio di fatto decide di riflettere su sé stesso valutando di rivedere alcune norme giuridiche proprie: è del 1943 lo studio per la revisione dell’Istruzione De modo procedendi in causis sollicitationis promulgata dallo stesso Dicastero nel 1922.53
53 ADDF, S.O., D.V. 1943 n. 10 prot. n. 420/1943.
In questo periodo vengono riproposti dubbi, soprattutto legati alla Germania, circa le conseguenze di alcune imposizioni da parte di leggi dello stato, come nel caso in cui ci si domanda se sia lecita la diretta uccisione di innocenti per mandato dell’autorità pubblica,54 o, come si domanda da Linz, nei casi di «cooperazione alla sterilizzazione»,55 oppure come quando si esamina
54 ADDF, S.O., D.V. 1940 n. 9.
55 ADDF, S.O., D.V. 1940 n. 6.
una ‘decisione’ della S. Penitenzieria riguardante la riconciliazione colla Chiesa di persone «che sono state costrette ad apostatare per imposizioni delle leggi dello Stato» a fine di trovare offici o lavoro et si domanda: «Che valore ha questa decisione per il diritto e per la fede?».56
56 ADDF, S.O., D.V. 1940 n. 5.
Sulla scia delle precedenti richieste si collocano i dubbi posti dalla Nunziatura Apostolica in Romania dalla quale si domandano istruzioni su come gestire le conversioni degli Ebrei che «si vogliono convertire a causa delle vigenti leggi».57 È infine del 1948 la richiesta dell’Associazione Nazionale tra le famiglie dei martiri trucidati dai nazi-fascisti che desidera erigere un altare nella Cripta delle Fosse Ardeatine, chiedendo anche se è possibile celebrare la S. Messa in presenza di salme ebraiche e se è possibile erigere nella Cripta insieme la Croce e il simbolo della stella ebraica.58
57 ADDF, S.O., D.V. 1942 n. 10.
58 ADDF, S.O., D.V. 1948 n. 4.
Molte sono le domande di tenore morale come a esempio quelle riguardanti la fecondazione ‘artificiale’59 o le posizioni della Chiesa sul cambio di sesso60 o ancora riguardo alla cosiddetta Situationsethik o Ethica situationis o ‘Morale della situazione’.61
59 ADDF, S.O., D.V. 1944 n. 9.
60 ADDF, S.O., D.V. 1954 n. 9.
61 ADDF, S.O., D.V. 1956 n. 1. Si veda anche Ferrari, «La Situationsethik attraverso le carte del Sant’Uffizio», in questo fascicolo.
A dubbi, domande o richieste rispondono le redazioni o le revisioni di un discreto numero di progetti di encicliche o di encicliche effettivamente promulgate da Pio XII (molte delle quali presentate in alcuni contributi raccolti in questa sede).62 Nel 1945, su richiesta espressa dal Santo Padre nell’Udienza del 9 agosto dello stesso anno,63 viene a esempio nominata una Commissione con l’incarico di preparare lo schema per la redazione di una enciclica «sulla Chiesa e le questioni internazionali».64 La commissione, una volta istituita, avanza diverse proposte, prima tra tutte quella di focalizzare l’attenzione sul ‘problema’ della Pace, soprattutto alla luce degli sconvolgimenti causati dalla seconda guerra mondiale. Il lavoro della commissione però, non prosegue e si giunge all’Optatissima Pax solo nel dicembre del 1947, con un esito finale che appare molto distante dalle proposte discusse in Sant’Uffizio nel 1945. Del 1947 è invece la Mediator Dei, enciclica sulla liturgia,65 che viene elaborata presso il Dicastero dopo alcune riflessioni sui movimenti liturgici in Germania, Olanda, Brasile. Nel 1950 viene promulgata l’Humani generis66 che scaturisce dallo studio di alcune correnti dottrinali francesi.
62 Si veda Dieguez, «La ‘fabbrica’ delle encicliche», in questo fascicolo.
63 ADDF, S.O., D.V. 1945 n. 7, f. 1.
64 ADDF, S.O., D.V. 1945 n. 7.
65 ADDF, S.O., D.V. 1947 n. 1.
66 ADDF, S.O., D.V. 1950 n. 3.
Leggermente diversa la situazione relativa alla Fulgens Corona, redatta per l’anno mariano del 1954 indetto in occasione del Centenario della definizione del dogma dell’Immacolata Concezione. In questo caso è la Segreteria di Stato a chiedere al Sant’Uffizio di esaminare il documento «dal punto di vista dottrinale e delle citazioni».67 Interessante è la vicenda riguardante la Sacra Virginitas,68 l’enciclica sulla castità, che nasce da una lettera di un parroco di Pesaro, tale don Oscar Filippini, trasmessa al Sant’Uffizio dalla Segreteria di Stato, nella quale si propone di pensare a una enciclica sulla «verginità consacrata a Cristo». Il Sant’Uffizio, dopo uno studio della proposta, risponde alla Segreteria di Stato che
67 ADDF, S.O., D.V. 1953 n. 5, f. 1.
68 ADDF, S.O., D.V. 1954 n. 5, ff. 1‑2, 4, 5.
Questa Suprema […], non crede che sia necessario o conveniente trattare tale argomento in una Enciclica; potrebbe bastare farne oggetto di un discorso in qualche circostanza adatta.
Evidentemente Pio XII non era dello stesso parere dal momento che, per mezzo della Segreteria di Stato rese noto il suo pensiero e cioè che
Sua Santità ritiene che l’argomento meriti uno studio particolare. Codesta medesima Suprema S. Congregazione pertanto è pregata di voler esaminare e riferire al Santo Padre.
L’enciclica verrà promulgata nel marzo del 1954.
Sempre nel 1954, a seguito di uno studio sulla situazione religiosa nella Cina comunista, partito da alcuni quesiti presentati dalla S. Congregazione de Propaganda Fide, si decise di produrre un documento, sotto forma di enciclica, indirizzato Ad Sinarum gentem.69
69 ADDF, S.O., D.V. 1954 n. 6.
Anche la Costituzione Apostolica sul digiuno eucaristico, la Christus Dominus,70 è custodita in questa serie e nasce da una richiesta, questa volta dell’episcopato francese, che domanda una disposizione che regoli il digiuno eucaristico.
70 ADDF, S.O., D.V. 1953 n. 3.
È del 12 marzo 1955, inoltre, la richiesta da parte della Segreteria di Stato, per venerata disposizione del Santo Padre, di esaminare la bozza di una Enciclica sulla Musica sacra.71
71 ADDF, S.O., D.V. 1955 n. 1.
Infine il 1958, ultimo anno di pontificato di Pio XII, registra al n. 1 di Dubia Varia 1958 un Progetto di enciclica che però non verrà mai promulgata. In realtà la posizione è composta solo da una minuta di risposta, datata 25 gennaio 1957, indirizzata a Jean-Édouard-Lucien Rupp, vescovo ausiliare di Parigi, e da alcune copie di un ‘Progetto di Enciclica’. Il protocollo del fascicolo rimanda però a una corposa posizione della Censura librorum,72 che studia le nuove correnti dottrinali in Francia e al cui interno è conservata una lettera dello stesso Rupp ad Alfredo Ottaviani, segretario del Sant’Uffizio, datata 17 gennaio 1957: si tratterebbe dunque della lettere all’origine della risposta del 25 gennaio conservata in Dubia varia. Perché solo alcuni documenti siano finiti in detta serie archivistica e non inseriti insieme agli altri conservati in Censura librorum non è spiegabile se non con una ‘svista’ del protocollista.
72 ADDF, S.O., C.L. 212/1956 Francia. Assemblea Plenaria dell’Episcopato francese per l’anno 1957. Questioni dottrinali. Enciclica Dottrinale.
Ampio spazio è infine dedicato, in questa serie, allo studio della questione degli ex pastori protestanti73 che scaturisce dalle domande poste dagli ordinari circa il modo di comportarsi con quanti, ministri o pastori protestanti, chiedono di convertirsi.
73 ADDF, S.O., D.V. 1951 n. 2.
7 Devotiones variae
Le tematiche affrontate nella serie Devotiones variae, dalla sua creazione agli inizi del Novecento e per tutto il pontificato di Pio XII, riguardano principalmente presunte rivelazioni, apparizioni, casi di falso misticismo e simili. In questi anni però la serie raccoglie ancora le questioni relative alla richiesta di nulla osta per l’avvio delle cause di canonizzazione (futuro N.O. Can., cioè Nulla Osta Conizzazione). Molte sono le richieste di indulgenze legate a particolari devozioni, ma ci sono anche interventi per correggere errori in alcune preghiere devozionali. Ci sono anche riferimenti a presunti fenomeni di possessione. La serie Devotiones variae si occupa anche di segnalazioni di immagini raffiguranti soggetti religiosi giudicate inappropriate o inopportune o non liturgiche. Si pensi in particolare al caso della Crocifissione di Renato Guttuso segnalata perché giudicata ‘sacrilega’.74
74 ADDF, S.O., Devotiones variae (Dev. V.) 1942 n. 1.
Di questa serie fanno parte anche gli studi relativi alla nascita di nuovi movimenti ed è questo il caso del Movimento «Unità»,75 più noto come Movimento dei Focolari, e del Movimento Apostolico di Schoenstatt,76 solo per citarne alcuni.
75 ADDF, S.O., Dev. V. 1948 n. 24.
76 ADDF, S.O., Dev. V. 1950 n. 4.
8 Dogma dell’assunzione della Beata Vergine Maria
È tutto collocato all’interno del pontificato di Pio XII lo studio teologico che porterà alla proclamazione del dogma dell’Assunzione della beata Vergine Maria. La richiesta, che parte da molto lontano, dal momento che le prime attestazioni di petizioni a favore della proclamazione del Dogma risalgono al pontificato di Leone XIII, vede avviare solo nel 1939 una commissione di studio (prot. n. 554/1939) che lavorerà fino al 1950 quando, con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus verrà finalmente proclamato il Dogma dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.
9 Conclusioni
Il presente contributo, del tutto alieno da pretese di esaustività, ha inteso offrirsi come tentativo di suscitare, negli storici che sono soliti nutrirsi di fonti per il loro lavoro, la curiosità di approfondire la conoscenza del fermento teologico e morale che, nel corso dei vari pontificati, e non meno in quello di Pio XII, ha animato il Sant’Uffizio. L’obiettivo principale di chi ha prestato il suo servizio in Sant’Uffizio è sempre stato quello di preservare la dottrina, custodire la fede e vigilare sulla morale nella totale fedeltà all’ortodossia. Anche se, non di rado, l’apparato curiale ha faticato a tenere il passo delle realtà sociali in continuo fermento e in costante evoluzione, la fervida attività della Congregazione, di cui le tracce archivistiche offrono testimonianza, lascia innegabilmente trasparire l’immane sforzo da essa messo in campo per tentare di comprendere i mutamenti dei tempi e portare la Chiesa cattolica continuamente a calibrare la forma del proprio annuncio.
Fonti d’archivio
Archivio del Dicastero per la Dottrina della Fede (ADDF), Sanctum Officium (S.O.), Stanza Storica.
ADDF, S.O., Censura librorum (C.L.).
ADDF, S.O., Dubia varia (D.V.).
ADDF, S.O., Devotiones variae (Dev. V.).
ADDF, S.O., Rerum variarum (R.V.).
Bibliografia
Barbolla, M. «Il Sant’Uffizio e la legge per la protezione dei caratteri ereditari in Germania: problemi e tentativi di risoluzione». Gottsmann, A.; Piatti, P.; Rehberg, A.E. (a cura di), Incorrupta monumenta Ecclesiam defendunt. Studi offerti a mons. Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano. Città del Vaticano: Archivio Segreto Vaticano, 2018, 47‑62. Collectanea Archivi Vaticani 108.
Castelli, F. «La Lex et Ordo S. Congregationis S. Officii del 1911 e le edizioni del 1916 e del 1917». Rivista di Storia della Chiesa in Italia, 66(1), 2012, 130‑54.
Terraneo, S. «Il regolamento interno del Sant’Uffizio (1945)». Rivista di Storia della Chiesa in Italia, 77(1), 2023, 139‑60.