Rivista | Axon
Fascicolo | 1 | 1 | 2017
Articolo | Iscrizioni del teatro di Siracusa
Abstract
Al centro dei nove cunei che costituiscono il diazoma maggiore del teatro sono incise a grandi lettere, su una superficie appositamente lisciata, i nomi al genitivo della dinastia regnante di Ierone II accompagnati dai nomi di alcune divinità. Le iscrizioni sembrano essere pertinenti alla costruzione ex novo del teatro, inserita nel progetto di monumentalizzazione dell’area circostante. L’analisi paleografica delle iscrizioni conferma una cronologia alla seconda metà del III sec. a.C. già supportata dalle fonti letterarie e dalla documentazione archeologica. Sui cunei posti a sinistra di chi guarda il diazoma erano incisi i nomi dei quattro componenti della dinastia regale (Gelone, la moglie Nereide, la regina Filisitide e il re Ierone II); sui cunei di destra dovevano trovar posto i nomi di alcune divinità o personaggi mitici, tra cui è leggibile soltanto il nome di Eracle Kraterophron sul VII cuneo. Occupa il posto centrale (V cuneo) il nome di Zeus Olimpio, a cui è dedicata l’edificazione del teatro, promossa da Ierone II e dal figlio Gelone, designato qui come basileus. Le iscrizioni avevano il compito principale di accostare Ierone II a Zeus, il cui culto a Siracusa ebbe una grande risonanza durante il III sec. a.C. In queste va letta soprattutto la volontà del sovrano di presentarsi dinanzi alla città intera come depositario dei poteri conferiti e sottoposti a tutela delle divinità olimpiche, prima fra tutte Zeus. Poteri di cui si voleva assicurare la continuità, mediante l’annuncio pubblico della nomina di Gelone a basileus a fianco del padre, garanzia della solidità della vita futura del regno in cui i Siracusani e tutti coloro che si recavano a teatro potevano trovare conforto, riponendo in essa le speranze di un destino felice. Ma non solo. Sebbene non sia possibile ricostruire le iscrizioni pertinenti alla sfera divina, è degna di attenzione la menzione di Eracle Kraterophron, una sorta di ‘antenato’ a cui Ierone II si sarebbe ricollegato creando nobili origini per legittimare la discendenza della sua famiglia; negli altri cunei doveva trovare spazio la menzione di progenitori mitici con la funzione simbolica di inserire la dinastia regnante in una sorta di albero genealogico che partendo da Zeus Olimpio e passando dagli eroi locali giungesse a Ierone II e infine al futuro basileus, Gelone. Un vero e proprio slogan politico che si poneva in linea con la valenza polifunzionale del teatro, luogo evocativo, ma anche sede concreta della vita politica della polis. Sebbene le epigrafi avessero una funzione innanzi tutto pratica di facilitare l’afflusso degli spettatori alla cavea del teatro, segnalando i singoli cunei, esse avevano lo scopo di catturare lo sguardo dell’osservatore ricordando che quel luogo era stato voluto da Ierone II e da tutta la dinastia regnante e tutelato in tutte le sue manifestazioni da Zeus Olimpio, dagli eroi locali, antenati e garanti del regno.
Presentato: 30 Agosto 2016 | Accettato: 26 Settembre 2016 | Pubblicato 30 Giugno 2017 | Lingua: it
Keywords Filisitide • Ierone II • Taormina • Proedria • Parodos • Siracusa • Teatro
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Permalink http://doi.org/10.14277/2532-6848/Axon-1-1-17-25